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Published on agosto 12th, 2020 | by Perri

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Cronache della ripresa: “Una storia di cibo al giorno”, quarantena e solidarietà con Sarah Scaparone

In questi mesi ho raccontato su perrisbite.it la ripresa attraverso le  storie di ristoranti, bar, alberghi, produttori di cibo e vino che tentano di risalire da dove li ha spinti il coronavirus. Soprattutto enogastronomia, l’aspetto che mi sta più a cuore, ma non solo questo. Abbiamo affrontato le storie più diverse. Oggi quella di un libro che dà voce a chi ha tramutato  le difficoltà in solidarietà. “Una storia di cibo al giorno”, Diario di una quarantena solidale, di Sarah Scaparone. 

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Conosco Sarah da molti anni. La trovo dolce e intelligente, appassionata e mai banale. Mi ha sempre dato l’idea di conoscere la materia, a differenza di tanti colleghi (e colleghe) che si sono dati al “food & beverage” (vi autorizzo a sputarmi, come direbbe Cetto Laqualunque, per aver usato l’inglese) perché, da differenza di altri settori, regala pranzi, cene, colazioni (già frequento poco ormai gli altri due, ma le colazioni proprio no), cadeau natalizi e non è in crisi come gli altri. Non era in crisi, mannaggia. Ora è un altro discorso. Sarah non se la tira, ma conosce quello di cui parla e lo dimostra con questo libro che parte da un aspetto social che mi lascia freddino, cioè le dirette Instagram (chi non le ha fatte durante la clausura? io) del periodo del Covid, ma riesce a superarle, a non lasciarle autoreferenziali, come è accaduto nel 96,7 per cento dei casi. Sarah in questo libro racconta conversazioni con ristoratori, produttori, alberga, sopratutto torinesi e piemontesi ma non solo.

Vi ho trovato citato Chicco Cerea della Vittorio Dinasty e la sua cucina all’Ospedale da campo degli Alpini di Bergamo. Ho incontrato, tra le righe, un grande amico come Ciccio Pellegrino che con Lara e la loro famiglia ha creato quello scrigno di sapori che è Terre di Shemir vicino a Trapani, ho sottoscritto le parole di un grande cuoco, Stefano Mazzone del Quisisana di Capri (sia Ciccio che Stefano li ho conosciuti alla festa della Nocciola di Damiano Nigro a Villa D’Amelia, Langa) per cui “la beneficenza si fa in silenzio” e soprattutto ti cambia la vita se non è una tantum. Ho letto tante storie che sono diventate una catena di sostegno a chi lottava giornalmente contro gli effetti nefasti della pandemia. Dalla #pizzasospesa di Carlo Ricatto ai pranzi di Andrea Chiuni (Tre Galline) e altri per la mensa dei poveri dell’Associazione Frati minori piemontesi. E tante ancora, dal produttore di vino che destina una percentuale delle vendite per aiutare il prossimo all’albergatore che si dà da fare per donare dispositivi medici a chi lavora in prima linea negli ospedali. Una lunga catena gustosa e solidale percorre queste pagine che sono uscite dalla pandemia per ricordarci che la solidarietà, il sostegno del prossimo non sono nulla se non sono sempre in cammino. Certo, va bene tutto quello che è stato fatto, ma quella vicinanza, quel donare, quel cantare dai balconi, se resta confinato là non cambia la vita, non serve al mondo. Mette solo una toppa. Abbiamo parlato tanto, ci siamo “socializzati” tanto nel periodo di clausura, ma spesso si trattava di una vicinanza di facciata. Le storie di Sarah Scaparone ci invitano a continuare, a non lasciare che tutto ritorni come prima. Abbiamo imparato a sentirci vicini incontrando il male, ma il male c’è ancora. Il virus è meno potente (e speriamo che resti così), il male è forte più di prima.

Sarah Scaparone

Una storia di cibo al giorno / Diario di una quarantena solidale 

euro 12,50 

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