Expo sei bella, maiali finti esclusi
L’Expo mi piace molto. Ci sono stato sette, otto volte, ho perso il conto. Non avevo dubbi che fosse un evento grande e speciale. Per esperienza so che noi italiani, più facciamo guai prima (e pure dopo, vedrete), più riusciamo a essere fantastici durante. Si tratta di un messaggio importante, di una bella immagine del nostre paese, con uomini, prodotti, eccellenze. E poi il successo lo decreta il pubblico e basta vedere le code nei giorni impensabili della settimana di ferragosto per rendersi conto della riuscita dell’Expo. L’Expo mi piace molto, anche perché è, finalmente, un evento dove bisogna usare i mezzi pubblici ma a differenza del solito i mezzi pubblici ci sono. Mi piace la babele di culture, facce, lingue e cibi. Mi piace tutto. Quasi.
Ma la frutta, i pomodori, i maiali e i quarti di bue di plastica lungo il Decumano non mi piacciono. Più ci passo accanto e più mi chiedo se ci volesse un premio Oscar per mettere lì un paio di cassette di zucchine e delle pannocchie appese. Perfino mia moglie sostiene che sono bellissime. Trovo scarsi appoggi nella mia modesta critica. Una cara vecchia aiuola al posto delle mele finte? Magari la prossima volta.