Ferrari, Lunelli al Maximum, maxi (e come se no?) festa a Milano per lanciarlo
Grande festa all’Area 56 (che qualcosa di fantascientifico ce l’ha, in effetti, come la cugina Area 51, quella degli Ufo) di via Savona a Milano, per il lancio della nuova immagine del Ferrari Maximum Blanc de Blancs, ultimo nato della produzione della casa di Trento. I Lunelli sono sempre eccezionali anfitrioni, bravissimi nell’organizzare questi momenti che rappresentano esempi di democrazia sontuosa. Nel senso che, nello sfarzo della festa, ci sono accoglienza e diritti per tutti, oltre a vino e cibo. Ci trovi l’ultimo postulante, quorum ego, il presentatore televisivo di successo, l’ex calciatore pluridecorato ormai sul sunset boulevard, la bonazza con milioni di followers, gli “opinion leader” (non ne conoscevo neanche uno, devo fare ammenda) e gli “influencer” che influenzeranno molti immagino ma, cospargendomi il capo di polvere, devo ammettere di nuovo che non mi dicono nulla. Infine i cuochi che vanno per la maggiore. Come dicevo, spazio per tutti. A garantire la democrazia di stampo ateniese dell’evento il sindaco di Milano Beppe Sala. Camilla, Matteo, Alessandro e Marcello, i cugini Lunelli, sono bravissimi nel far sentire tutti a proprio agio, come se non ci fossero differenze. Del resto, il modo più semplice per appianarle è proprio questo, vino, cibo distribuito in modalità street food con gli immancabili Cerea, con gli immancabili (ma forever boni) paccheri mantecati live, in cabina di regia. I ragazzi di “Da Vittorio” hanno selezionato alcuni mangiari di strada (a Brusaporto fanno un festival molto frequentato ogni anno), quali Pan Polpetta e Farinel On the Road. C’erano anche le pizze gourmet dei Fratelli Salvo. Ottimo tutto, a cominciare dalla formula, infatti a un certo punto, insalutati ospiti, si poteva guadagnare l’uscita approfittando della penombra.
Il Maximum è un’etichetta nuova eppure antica. È stata la prima realizzata agli inizi del ‘900 dal fondatore Giulio Ferrari, e ancora oggi, cito, “rappresenta la passione e l’esperienza per la coltivazione delle uve Chardonnay, che in questo Trentodoc trovano una delle loro massime espressioni”. Però i tempi cambiano e c’è necessità di rifare il look: la nuova veste grafica del Ferrari Maximum è stata realizzata dallo studio Robilant & Associati con esaltazione dei colori della Casa, bianco e nero, con una nota decisa di rosso, da sempre presente nello stemma. Sulla capsula, in rilievo, la texture ricavata dalla ripetizione della lettera F, tratto distintivo della Cantina.
Sotto la capsula tutto: un Trentodoc di grande personalità (dicono quelli bravi), da uve Chardonnay di montagna, affininato 36 mesi sui lieviti che regala freschezza. Consigliato per l’aperitivo, ma buono anche a tutto pasto. La collezione Maximum comprende poi il Ferrari Maximum Rosé e Maximum Demi-Sec. Tutti sempre e comunque sullo standard elevato della tradizione Lunelli, grandi produttori e splendidi ospiti capaci di farmi sentire (quasi) come Diletta Leotta.
Nelle foto: la bottiglia del Maximum, i ragazzi Lunelli (Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro) e le tre bottiglie Maxime