Ristoranti a Milano: Ricci osteria, il gusto sapido e accogliente di Puglia con Antonella e Vinod
Sono stati mesi un po’ travagliati, tra questioni varie, tra cui l’uscita del mio nuovo romanzo. Per cui ho trascurato un po’ perrisbite. Riprendo con una serie che si chiama “Ristoranti a Milano”. Qui si tessono le lodi di Antonella Ricci e di Vinod Sookar dallo storico “fornello” (stellato) di famiglia a Ceglie Messapica all’Osteria milanese.
——-
C’è chi mette il termine “osteria” abbinato al nome del locale per un vezzo (“Gucci Osteria”, per non fare noi, è un ossimoro devastante), c’è chi, anche se il termine non definisce certo più un locale secondo i canoni ottocenteschi/novecenteschi o, ancora, di una certa ricchezza provinciale, mantiene alcune fondamentali linee (dritte) nella direzione della cucina, dell’accoglienza, dell’ambiente. Questa è Ricci Osteria aperta all’inizio dell’estate a Milano da Antonella Ricci e da suo marito Vinod Sookar con un intento programmatico che riprendo fedelmente: “La nostra filosofia si riassume nell’espressione “una gustosa semplicità”, su cui “risplende il sole del Mediterraneo”. Concreta, leggibile, eseguita con ingredienti di produttori pugliesi, rispettando materie prime e stagionalità”.
Considero la Puglia tra le mie tre regioni di riferimento cultural-emozional-gastronomico al di fuori della Liguria (the place of my heart, le altre due sono Marche e Abruzzo). Mi piace le gente, adoro i luoghi, amo la cucina, com’è che dicono Antonella e Vinod? Di “Una gustosa semplicità”. Ricordo una bellissima sera d’estate nel dehors del Fornello di famiglia a Ceglie Messapica (che ha avuto, ahimè, molti problemi per l’insipienza e la cattiveria degli uomini) e ho sempre avuto voglia di tornare. Beh, è come se l’avessi fatto, ritrovando le stesse sensazioni, la stessa carica di calore e piacere della tavola. Un angolo pugliese di qualità a Milano, in cui si sente la mano e la passione di Antonella e Vinod.
Mi è piaciuto tutto e prima dei piatti, mi è piaciuta l’assenza di birignao, mi è piaciuta la volontà di evitare il “fighettismo” milanese, per capirci lo sforzo di adeguarsi a mode e modi della metropoli, il desiderio di stupire. Per cui ecco le mie scelte conseguenti :”Sole di puglia“, antipasti misti caldi e freddi, secondo mercato: fiori di zucca fritti farciti con ricotta, capocollo e formaggi misti, frisella con pomodorini, parmigiana di melanzane, olive verdi e carciofi sott’olio; laganari, pasta lunga di semola ai frutti di mare, datterini gialli e rossi profumati al limone; misto di agnello arrosto, bombette di maiale e rotolo di salsiccia (tradizione fornellesca pura). Mi sono trattenuto sui dolci: “solo” biscotti di pasta di mandorle. Ma non posso trattenermi nel grande affetto per questa coppia che mette l’amore in ogni cosa che fa.
Ricci Osteria